Ago 19, 2011 - Senza categoria    1 Comment

Occhi per vedere…anima per significare

amore, filosofia, aforismi, poesia, racconti, morale

 

 

 

agosto 2011

 

 

 

Non pensare a me quando piango…

 Non provare pena quando ti imploro…

 Non arrenderti quando inveisco su di te…

 Non considerarmi quando ti scredito…

 Ma non perdonarmi se per un giorno non dico che…

 TI AMO.

 Tp

 

 

 L’AMICIZIA
Non ci credo a chi mi dice “stai tranquillo andrà tutto bene”…non ci crede nemmeno lui
Piuttosto credo a chi mi dice “potrò far poco per te…ma se ti va dimmi cosa posso fare”
L’AMORE
Cerco in te qualcosa di me…perché è il solo modo per sapere chi sono.

Tp

 

 

Non sottovalutare MAI la forza delle PAROLE…esse sono udite dal corpo e si propagano nell’etere dell’Anima. Tp

 

  

L’Amore disse “amami” e l’affetto rispose “non posso amarti” di rimando “come puoi dire di non potere, io sono l’AMORE, più facile di così” e l’affetto “seppur tu sia l’essenza nobile di ognuno non mi è possibile amare chi da me discende e nel perdurare dei tempi io rimango ciò che sono mentre di te questo non si può dire” morale: l’amore e l’odio si possono trasformare, l’affetto e l’amicizia rimangono…spesso per sempre.

Tp

  

L’inutilità dell’uomo non sta nel non far niente…ma non fare nulla quando sembra impossibile.

Tp

 

Quando mi persi tra le certezze dell’esistenza…riconobbi una parte di me…quella che non vorresti mai incontrare…l’ignoranza! Per questo amo l’incertezza…mi stimola nella ricerca della conoscenza…primo passo verso la consapevolezza.

Tp

 

 Mi sono proteso per guardare nel profondo dell’anima…ed ho preso paura…c’ero IO, ma feci lo gnorri e chiesi “chi sei” quello li mi rispose “che scemo…sono TE” risi e poi “non è proprio così, non mi assomigli neanche un po’” ed il bisbetico “questo perché non guardi bene” e dissi “i miei occhi ci vedono benissimo, invece di fare il misterioso dimmi che ci fai lì” e lui “mi sono messo qui perché tu potessi trovarmi quando lo avessi voluto”  ed io “tu pensi che ora io lo volessi?” e lo rispondone “certo…tutti prima o poi parlano con la propria COSCIENZA”. Morale: negare a sé stessi il valore di sé…è come smarrire l’essenza della vita. 

Tp 

 

 

Di certo avrei voluto vedere di più il mondo…di certo avrei voluto conoscere di più la natura…certamente avrei potuto assumere più cultura…indubbiamente sarebbe stato bello avere più amici…avere vissuto più amori…gioire di più salute…e come no…più soldi…ma sono insicuro nel biasimarmi se tutto questo mi avrebbe reso più felice…che specchiarmi quotidianamente nei tuoi occhi.  

Tp 

 

 

La profondità, di una persona,  non è tale per quanto è profonda…ma ciò che da essa emerge.  

Tp

 

  

Non puoi dire “finalmente mi lasciano tranquillo” se la tranquillità non ti è propria

 Non si può dire “ora sono felice” se non ha sacrificato qualcosa per esserlo

 Non puoi amare e dire “ti amo” se non hai capito che per farlo si può soffrire

 tp

 

 

Buon giorno a te che accompagni un raggio di sole agli occhi miei…

buon giorno anche a me…che quella stessa luce arrivi  in ogni luogo dove tu sei.

tp

 

 

La Vita non ha pause…essa si manifesta costantemente

riempendo di significati il tempo e lo spazio

esattamente come l’Amore…

eppure ci sono dei momenti in cui tutto si ferma…

quando ti penso

tp

 

amore, filosofia, aforismi, poesia, racconti, morale

 

Ago 12, 2011 - Senza categoria    4 Comments

Amicizia Sensuale

11 luglio 2011

 

Ed ora AMICA mia…

conquistami con le tue labbra

eccitami con la tua lingua

deliziami con la tua sensualità

inebriami con il tuo profumo

estasiami con la tua pelle

appagami con la tua passione

nutrimi con il frutto della tua femminilità

Ed ora AMORE mio…

esplodimi nel cuore e propagati nell’Anima

poiché ogni spazio in me ti vuole conoscere.

 

tp

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Ago 11, 2011 - Senza categoria    2 Comments

MIA

 

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11 agosto 2011

 

 

MIA…

 

Non dire mai “sono tua”

Poiché ci crederò

Non dire mai “ti appartengo”

Poiché non avrò dubbi

Non dire mai “…e lo sarò per sempre”

Poiché in quel preciso istante il mio spirito ti possederà

E puoi esserne certa…

Sarai MIA…

Indissolubilmente MIA

 

tp

 

 

Lug 19, 2011 - Senza categoria    5 Comments

Scagliare i Pensieri

12.06.2011

 

Mi sono cosparso di fango per assomigliare alla terra

Ho messo le ali per librarmi nell’azzurro soprastante

Le ho trasformate in pinne per poterla abbracciare

Ho seguito l’energia che porta nelle sue profondità

Eppure…ancora non conosco l’elemento di questa vita…per renderti felice.

tp

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02.07.2011

 

Il mio sogno non è chiuso in un cassetto

È di là…a divinire

L’aria del nuovo giorno entra nel torace allungando la vita stanca di me

Il sole sulla pelle ha il calore dei desideri innati

I pensieri

Come il mio cammino sul percorso dell’anima

Trasportano il peso delle sofferenze…

Eppure…l’azzurro dei miei occhi si confonde con quello del cielo

L’olfatto odora l’intenso profumo dell’esistenza

L’udito coglie l’inatteso bisbiglio di Dio…

CHE BELLO VIVERE.

Tp

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12.07.2011

 

Siamo stati creati così

Che lo si voglia o no la siffatta visione del mondo…

È quanto gli occhi ci raccontano

L’udito ci trasmette

L’olfatto ci comunica

Il tatto ci emoziona

E la mente non dimentica…

Sarà forse per questo che ti desidero ancora?

Tp

 

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16.07.2011

 

Questa sensazione particolare che sale sul pendio della malinconia…

Confondendosi col malessere fisico della vita…in attesa alla vecchia stazione

Quando il pigro treno dei cambiamenti si fermerà per far salire l’ultimo nostalgico desiderio

Prima di inoltrarsi sul binario dove muoiono le speranze…mi RASSERENA

Poiché anche nel più arido dei deserti…vi è un momento dove nascono i fiori.

tp

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Lug 19, 2011 - Senza categoria    2 Comments

Saggistica

 

22.04.2010

 

 

Se la fede porta a credere alla vita oltre la vita

Allora è verosimile che con la morte

Non si cessa di esistere

tp

 

 

22.04.2010

 

Se esistere equivale a VIVERE

Allora ESSERE

Equivale a morire

La vita e la morte coesistono

tp

 

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Lug 1, 2011 - Senza categoria    4 Comments

Rflettere…serve?

riflettere, meditare, bipolare, cervello, alieni, verbale, non verbele, osservare, pregare

1 luglio 2011

 

Riflettere…serve?

 

 

Non sempre riflettere, meditare, esaminare la propria coscienza, osservare o pregare, porta chiarezza di pensiero, ovvero, cambiare opinione sui fatti, sulla realtà o sulle persone.   Vi è una sorta di imponderabilità nel comportamento degli esseri umani da stupire anche i più navigati esperti del linguaggio verbale, non verbale e del corpo, nelle relazioni sociali e/o interpersonali.

Mi sono disposto alla comprensione, alla tolleranza e ad accettare le diversità delle persone.   Ho provato, quindi, a dare fiducia incondizionata sollecitando unicamente una visione positiva degli eventi legati all’azione individuale.    Non ho voluto crearmi aspettative per quanto riuscivo a dare e non ho voluto credermi quando mi dicevo che “non sempre guardare il bicchiere mezzo pieno ti mette al sicuro da chi lo vede mezzo vuoto”.

Infatti, sembra più credibile chi si lamenta di tutto, sempre e comunque, sebbene personalmente sta bene di soldi, di famiglia e di salute.   È un paradosso, il “positivo” viene visto come lo sfigato di turno, un inguaribile illuso, uno sprovveduto.   Esiste un senso comune sulle cose?   Etica, morale, decenza o indecenza?   Forse si o forse no, sembra nascere tutto dal contesto dove avviene un certo fatto e dall’interesse che ne discende, sociale o politico (mass-media…aiuto).

Tutto questo è “normale”, siamo esseri bipolari.   In tutte le scienze e culture vi è una contrapposizione di idee, di credenze e per le quali siamo disposti a scendere in guerra.   È nella nostra storia.   È nella nostra genesi.   È nel nostro DNA.   In sintesi è nel nostro cervello formato da due emisferi, la mente e l’anima, la ragione e la coscienza.

Una sola cosa si può dire, ACCETTIAMOCI finalmente!   NOI e l’UNIVERSO, siamo fatti così!   È la cosa più assurda pensare che gli altri siano diversi.   Anche gli alieni sono soggetti alle leggi universali.   Anche loro sono esseri bipolari ovunque si trovino.   Pure loro hanno le stesse problematiche sociali e di sopravvivenza, non ho dubbi.

tp  

 

Giu 26, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Benessere del corpo o benessere dello spirito…o di entrambi?

Benessere del corpo o benessere dello spirito…o di entrambi?

Senza nulla togliere alla filosofia, alla ricerca e alla scienza medica;

Senza entrare nel merito delle medicine etniche o empiriche;

Senza disturbare la storia dell’uomo tra religione, sciamanismo e influenze cosmiche;

 

ogni equilibrio di carattere terreno o esoterico viene meno nell’incontro uomo-malattia

 

gli studi fatti nel corso dei secoli hanno riempito intere biblioteche per dare una, ancorché parziale, spiegazione alle ragioni delle malattie e delle conseguenze, fisiche e psichiche da un lato, filosofico-antropologico e scientifico-deontologico dall’altro;

 

la malattia si può definire un “disagio” della salute

 

tale disagio coinvolge per intero l’unità uomo-spirito e la medicina moderna usa l’applicazione della scienza chimica sulla parte “uomo”

 

è la discendenza prevalente della cultura occidentale ed è il medico a rappresentarla nella sua veste scientifica

 

la sintomatologia fisica evidente e l’anamnesi dirige il medico verso una diagnosi e cura del disagio espresso dal paziente

 

eventuali disagi “spirituali” vengono colti con il dialogo psicologo-paziente e trattati convenzionalmente con farmaci o procedure standard

 

in tutto questo la funzione dell’infermiere è di assumere l’onere pratico delle disposizioni del medico

 

ecco perché la visione che ha il malato del medico e dell’infermiere si distingue sostanzialmente in due ruoli fondamentali per soddisfare il proprio bisogno d’aiuto

 

quella del medico per ricevere una cura per il malessere che l’ha colpito

 

quella dell’infermiere per l’applicazione della cura ed il conforto dell’assistenza

 

in senso generale e semplificando oltre a quanto predetto, il malato “parla” con il medico e si “confida” con l’infermiere

 

come in ogni attività dell’uomo, sono le “sinergie” a portare ai risultati migliori e, non di meno, il rispetto dei ruoli

 

per il malato il risultato migliore è la guarigione

 

tale ottenimento è frutto di un’attenta diagnosi e cura e che trova nel contesto assistenziale e strutturale l’ambito idoneo al superamento della malattia

 

ed è in tale ambito che l’unità “uomo-spirito” converrà un riconoscimento, strettamente correlato ai ruoli espressi, con un valore fondamentalmente soggettivo e proporzionato al “percepito”.

 

Nel contesto di quanto descritto, l’A.N.E.D. si pone nel superamento di ogni barriera legata a ruoli e valori e sostenendo l’azione più forte tesa alla centralità del malato.

 

In questa prospettiva non vi è, per il malato quale esso sia, un’attenuazione della carenza assistenziale che possa giustificarsi sulle condizioni economiche, strutturali, organiche ed ancor meno su situazioni conflittuali tra medici o tra infermieri.

 

Esiste solo la mancata attenzione al proprio male che, non di rado, non sta nel rene, nel fegato o nel pancreas, ma nella mente.

 

Quanto più forte è la sensazione di “invisibilità” della propria sofferenza, tanto meno agiscono le terapie e la fiducia del paziente nei confronti di chi lo cura.

 

Dagli anni 60’ sono apparsi sulle riviste scientifiche di tutto il mondo, studi nei quali sono stati riscontrati gli effetti nella risposta della psiche sollecitata da imput “negativi e positivi”, in ordine alla chimica (medicinali placebo), fisica (elettromagnetismo), antropologiche (espressività, comunicazione non verbale e del corpo, P.N.L.), energetiche (agopuntura, yoga, meditazione, pranoterapia, Reiki, E.F.T.,  ecc.), tutto con lo scopo di capire quale possa essere il metodo “aggiuntivo” e applicabile con il miglior risultato terapeutico a favore dell’azione medica.

 

Perché i malati non possono usufruire di tali importanti conoscenze, oramai, accettate dalla comunità scientifica mondiale?

 

Perché alla pari di un’evoluzione del pensiero non si trovano nei reparti degli ospedali alcunché di “nuovo”?

 

Qual’é il motivo bloccante per l’acquisto del benessere, tanto acclamato nei convegni medico-scientifico, in relazione all’unità uomo-mente”?

 

Perché non si guarda cosa sta avvenendo nella società?

 

Nascono tecniche di Medicina Non Convenzionale ogni giorno, le palestre si trasformano in Centri Wellness, le erboristerie sono più numerose delle farmacie, maghi e ciarlatani fanno più soldi delle cliniche private, quando i medici e la medicina e, in particolare direttori generali,  capiranno di non poter lasciare ancora spazio al “fai da te” che spesso provoca più danni che benefici?  Perché non si vuole accettare un’evidente necessità di superare un “confine” di pensiero il quale “oltre” vi sono convergenze di culture e di sapere pregiudizialmente considerate sbagliate senza averlo constatato?

 

Deve esserci un’apertura verso le metodiche alternative di cura, solo così è possibile verificare le potenzialità di una medicina moderna, dove gli aspetti “interiori” dell’uomo si sommino a quelli clinici della scienza, con l’unico fine di complementare una terapia al massimo dell’efficacia.

 

Invito a riflettere su questo anche se penso, lo sforzo maggiore non sarà di accreditare operatori seri di medicina alternativa, ma sarà quello di diffondere tra il personale medico ed infermieristico, una cultura professionale diversa.

 

Sono convinto e lo voglio affermare, al di la’ di ogni ragionevole dubbio, un Dio c’è, e con lui tutto il resto.

 

I motivi per essere scettici sono principalmente due:

 

 Non si è avuta la possibilità di conoscere;

 Non si vuole conoscere;

 

nel 1869 Michele Lessona scrisse un libro, “Volere è Potere”, sul modello dell’opera dello scrittore britannico Samuel Smiles Self-help tradotta in italiano nel 1865 con titolo “Chi si aiuta Dio l’aiuta”.

 

È chiaro, non è tutto qui…e la verità non è mai sola, ma sicuramente è lo studio a portarci vicino…non certo lo scetticismo!

 

Probabilmente, dopo quello di Ippocrate, dovrebbe avvenire un nuovo “risveglio”.

 

Testo scritto da Paolo Tasinato

Master Reiki

 

medicina, alternativa, medici, infermieri, cura, terapie, reiki, ippocrate

Mag 31, 2011 - Senza categoria    8 Comments

Il Mio Libro – Capitolo 3

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e

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Dante

 

 

 

CAPITOLO 3        LE GALLINE        

 

“Paolo, appena hai terminato di mangiare esci e controlla il vigneto dell’uva bianca, se vedi qualche gallina scappata dal recinto mangiare i chicchi, chiamami”.   Appena inghiottito l’ultimo boccone del pranzo, mi precipitai fuori volando sui gradini.   Se il nonno mi diceva di fare qualcosa per lui, eseguivo alla lettera.   Seduto vicino al vaso dei gerani rossi e gialli della zia, controllavo il filare dell’uva da tavola che tutti chiamavano uova di gallo, era buonissima e con grandi chicchi succulenti.   Stavo in posa come il mio Reno quando fiutava la preda e neanche il sole cocente poteva distrarmi dal mio compito.   Appena vidi una grande gallina bianca a cui seguiva un’altra beccare l’uva, corsi dentro casa senza neanche respirare e chiamai ‘nonno…nonno le galline mangiano l’uva’, lui si alzò di scatto dalla sedia, prese il fucile appeso alto sulla parete della porta d’ingresso, con le chiavi aprì il cassetto della credenza in salotto, raccolse due cartucce da caccia di colore rosso e le inserì nelle canne, uscì dalla porta, puntò la doppietta in direzione delle galline, mise in carica i cani e premette i grilletti “bumm…bumm”.   Portai le mani alla bocca, spalancai gli occhi e guardai le galline colpite in pieno in una nuvola di piume svolazzanti, poi rivolsi lo sguardo a mio nonno e tra paura ed orgoglio, mi avvicinai alla sua gamba sinistra abbracciandola mentre mia nonna diceva qualcosa molto contrariata.   Il giorno dopo si mangiò arrosto e lesso…con condimento di pallini.”  

 

Ammiravo mio nonno Dante, lui parlava poco ma nessuno osava contrariarlo.  Quando decideva qualcosa doveva essere fatto.   Mi voleva tanto bene, con lui andavo a caccia e a pesca, mi raccontava degli uccelli e dei pesci, come riconoscerli e catturarli.   Si trascorrevano lunghe ore nel capanno fatto di frasche, con una piccola feritoia per osservare l’arrivo di merli, fringuelli e tordi.   Sparava solo a quelli più grossi, mi spiegava, perché riteneva giusto che i piccoli giovani potessero vivere la loro vita.   Mi insegnò come usare il coltellino da caccia per intagliare la corteccia di un bastone raffigurando immagini, figure geometriche o spirali, costruire un arco e le frecce oppure una fionda.   Mi prendeva per mano a passeggiare nei campi, spiegandomi delle stagioni, delle semine e dei raccolti.   A volte lo osservavo quando, assorto, rimaneva in silenzio con lo sguardo fisso sull’orizzonte, quasi a scrutare il futuro, mentre il fumo della sigaretta gli accarezzava il viso e si consumava spegnendosi fra le dita.   Fumava le “Nazionali” senza filtro,   il pollice, l’indice e medio, della sua mano sinistra erano gialle dalla nicotina e vicino all’unghia nere dalle bruciature, così anche i baffi a seguire il labbro superiore.   I suoi occhi scuri incutevano rispetto ma nel contempo i lineamenti del viso erano sereni.   Mio papa’ somigliava molto a lui ed io con loro mi sentivo al sicuro.    Ho tra i miei ricordi un episodio divenuto motivo di ilarità ogni qualvolta lo si racconti.   Tutto era pronto per la mietitura del grano, quando un brutto temporale ci costrinse tutti a rientrare in casa, il forte vento alzava la polvere e le nuvole scurissime minacciavano la grandine.   Posti al sicuro gli animali, si chiusero i portoni e balconi delle stalle e della casa, lasciando uno spiraglio solo in cucina per poter vedere quello che si preannunciava un disastro.   Mia nonna, le zie, la mamma accesero alcune candele benedette ed iniziarono a pregare innanzi l’immagine della Madonna.    Anch’io stavo vicino a loro in ginocchio, ma il fragore del vento, l’inveire degli uomini assunti per l’occasione, i braccianti, Livio, Mariano, mio padre, lo zio Aldo, i proprietari della trebbia e mio nonno maledivano e bestemmiavano per quel temporale che, se fosse arrivato poche ore dopo, non avrebbe arrecato danno al raccolto.   Poi iniziò a piovere e grandinare e tutti erano agitatissimi, a quel punto mi alzai e avvicinandomi al nonno bestemmiai come tutti loro alzando il pugno contro il temporale, mia nonna con le mani congiunte mi disse “nooo…Paolino, non bestemmiare altrimenti il Signore ci punirà”. Ci fu un momento di silenzio…poi tutti risero fragorosamente e da allora mi chiamarono ometto.

Mag 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Sembrava che mi amassi…

Sembrava che mi amassi…

23 maggio 2011

 

Ho comprato un vestito del colore dell’Amore…

ma mi sembrava poco

ho comprato un gioiello del colore della passione…

e mi sembrava poco

ho comprato una casa coi colori del vestito e lo splendore del gioiello…

ma tu non ci entrasti.

 

tp

 

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Mag 9, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Si può star BENE…leggi

Si può star BENE…leggi

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 9 maggio 2011

Cosa fare per star BENE

 

 

L’UOMO, quale forma vivente universale, matura conformemente alla conoscenza di sé stesso ma, non di meno, attraverso l’interesse dell’ambiente in cui vive e, per ultimo, nell’ascolto della propria spiritualità.   Ognuno può interagire con le varie componenti del nostro essere per mezzo di metodiche finalizzate alla disposizione e distribuzione delle parti energetiche quali elementi influenzanti la normale funzionalità biologica del nostro corpo.   Spesso capita di osservare alcune sincronie colte “per caso” in momenti del vissuto nei vari ruoli assunti nella società senza riuscire a coglierne il significato.  Lasciandole “scorrere” perdiamo la capacità di percezione di cui siamo dotati naturalmente.   In sintesi, l’insoddisfazione ed il malessere di cui soffriamo nell’odierna modernità, non ha una vera origine razionale ne logica e la “cecità” dello sguardo emozionale sulla vita, ci allontana da quell’equilibrio tra mente, corpo e spirito per i quali non possiamo privarcene ma, per motivi intrinseci, ignoriamo come difendere.   Voglio di seguito prestare alcune nozioni semplici (leggi regole) a cui sono stato introdotto per merito degli studi sul REIKI.   Fatene buon uso e potrete sicuramente migliorare il vostro stato di benessere.   Innanzitutto, chi ci consente di gioire della vita, di ottenerne sensazioni, emozioni e movimento, è il nostro CORPO.   Pertanto una buona igiene e la corretta alimentazione, stanno alla base nei principi fondamentali dell’entità biologica di cui siamo portatori. 

 

NUTRIZIONE:   mangiare è un’emozione, ogni pasto che si prepara e consuma in modo positivo, aiuta la digestione e l’assimilazione dei nutrienti in esso contenuti, perciò è bene non sostenere discussioni al momento di sedersi a tavola;  l’attenzione durante il pasto deve essere rivolta solamente al cibo ed eventualmente alla piacevole conversazione e mai su argomenti inerenti il lavoro e/o politica.   Limitare il più possibile la lettura e la televisione durante il pasto;   a tavola non si deve aver fretta:  se si ha fretta, è di gran lunga preferibile saltare il pasto;   la masticazione è l’inizio della digestione, si effettua  tranquillamente a piccole quantità (come fanno i bambini), pensando al tipo di cibo da ingerire e lo inghiottiremo ben masticato.   Infatti, dalla bocca partono i segnali elettrici e in parte chimici, diretti verso lo stomaco per informarlo del tipo di cibo e consentire agli organi digestivi (stomaco, duodeno, vie biliari, pancreas), di predisporre il grado d’acidità e gli enzimi adatti alla trasformazione di quel particolare alimento.   Per esempio i cibi proteici, in particolare la carne rossa e/o bianca, i formaggi e i legumi, necessitano per essere ben digeriti di un grado di acidità diverso (e di enzimi adatti) rispetto ai cereali; perciò non si dovrebbero mangiare nel corso dello stesso pasto i carboidrati (spaghetti, riso, ecc.) come primo piatto, seguiti da un secondo di carne, ma se si decide di mangiare la carne è bene abbinare ad essa le verdure ed altrettanto vale per i cereali.   Esistono altre associazioni fra i cibi da evitare, ma quella fra i cereali e la carne o i cibi proteici in genere , è la principale;    è’ opportuno salare i cibi il meno possibile , per evitare di dover bere molto durante il pasto,  è preferibile bere lontano dai pasti per evitare di diluire i succhi digestivi e alterare il grado di acidità di essi;   Non è consigliabile, anzi meglio evitare, di assumere bevande dolci o dolcificate durante il pasto per gli stessi motivi su indicati;    evitare il consumo abituale di toast, panini, pizzette, cibi fritti, dolciumi,  la presenza di grassi che si uniscono in molecole giganti (macromolecole) durante la frittura, rende difficile la digestione, così pure come i grassi impiegati nella preparazione dei prodotti dolciari;   l’abitudine di utilizzare il latte a colazione ad inizio giornata, tende a causare infiammazione dell’intestino. Il latte pastorizzato contiene in scarsa misura o per nulla batteri in grado di autodigerirlo, perciò necessita di un maggiore   impegno digestivo.   Poiché al contrario lo yoghurt è un alimento vivo, in pratica dotato di batteri in grado di autodigerirlo, conviene consumare yoghurt durante la prima colazione al posto del latte.  Anche il tipo di latte commercializzato attualmente addizionato di batteri simili a quelli dello yoghurt,  è bene non berne più di un bicchiere per volta.   È essenziale per la salute dell’organismo vincere la stitichezza;   bere almeno un litro e mezzo di acqua durante il giorno lontano dai pasti;   bere un bicchiere di acqua tiepida al mattino appena dopo il risveglio;    aggiungere all’alimentazione cibi ricchi di fibre, come verdure, frutta, cereali integrali; tuttavia i cereali integrali non devono essere consumati continuativamente ma assunti gradualmente due o tre volte a settimana;   non dimentichiamo l’attività fisica che consenta di muovere tutte le articolazioni, in particolare quelle della colonna vertebrale, se possibile fatela al mattino oppure nel tempo libero in palestra;  a fine settimana andate all’aria aperta per introdurre aria pulita;   alla sera se guardate la televisione o siete davanti il computer, massaggiare la pianta del piede appoggiandola sopra una palla da tennis (oppure alcune da tennis/tavolo dentro una scatola) muovendo il piede in tutte le direzioni,  infatti nel piede è presente una proiezione riflessologica dell’intestino, attraverso la cui stimolazione si ottiene anche un miglioramento dell’attività intestinale;   non abusare dei lassativi medicinali o naturali (funzionano di solito da purganti irritanti anche il latte e il caffè, specie se assunti insieme come caffelatte);   se usati spesso tendono ad irritare cronicamente l’intestino, provocando un colon spastico, cioè un intestino abitualmente contratto fino a diventare atonico, quindi la parete intestinale cessa di esercitare la sua spinta sulle feci e la parte terminale dell’intestino (ampolla e sigma) dilatandosi trattiene il materiale fecale causando perciò autointossicazione dell’organismo (pare contribuisca alla formazione del cancro rettale);   anche l’uso sconsiderato di piccoli clisteri possono creare atonicità (come sopra), quindi necessita cambiare drasticamente le proprie abitudini e regolarsi come indicato precedentemente;  può essere utile provare con la medicina non convenzionale, es. l’Ayurveda, che consiglia il Panchakarma stagionale, cioè l’effettuazione in primavera di sette grandi clisteri, tre nella prima settimana , due nella seconda , uno nella terza e uno nella quarta.  Per effettuare il clistere bisogna preparare un litro e mezzo di acqua bollita per quindici minuti e lasciata sbollentare sino circa a 30°, cui si aggiunge un cucchiaio di olio di oliva;  poi ci si pone coricati sul lato destro e il liquido immesso gradualmente sino a che riesce a trattenerlo, ma nel corso dell’irrigazione, occorre che si sposti a poco a poco in posizione prona e quindi quasi sul fianco destro, in modo che il liquido raggiunga la totalità del colon;   sostituire il caffè, almeno quello del mattino, con caffè d’orzo;   limitare il the solo nel pomeriggio;   secondo la medicina cinese il caffè di prima mattina  stimola la secrezione degli acidi gastrici nelle viscere, aggrava l’irritazione della mucosa gastrica, specie in persone già gastritiche (può causare fastidiosi reflussi gastrici, acidità e alitosi); 

LA RESPIRAZIONE: ogni giorno passano attraverso i capillari degli alveoli polmonari migliaia di litri di sangue, che cede anidride carbonica mentre assorbe ossigeno;   secondo lo YOGA , attraverso la respirazione non solo si eliminano le scorie e si assorbe l’ossigeno, ma si assume anche il Prana, cioè  l’energia vitale universale presente nell’aria.  Dunque la respirazione depura, nutre e rafforza, proviamo fare un’analisi di come rapportarci ad essa;

chi vive in città difficilmente potrà respirare aria salubre, aggiungiamo il fumo e ambienti chiusi e/o male condizionati, diviene indispensabile la gita domenicale fuori città a tutela della propria salute;   passeggiare in montagna, al mare o nei parchi a piedi o in bicicletta, per inalare aria pura e con essa il Prana, dovrebbe essere il nostro principale divertimento;   inutile soffermarsi sui danni della sigaretta, doveroso è smettere;    i rimedi per il fumatore con l’intenzione di smettere ci sono, in primis la scelta e la volontà, ma anche dall’agopuntura, soprattutto dell’orecchio e anche da particolari metodi omeopatici.  Sul padiglione auricolare vi sono delle aree in relazione con i centri nervosi che regolano il contenuto delle sostanze chimiche nel sangue, fra le quali la nicotina, la quale diminuendo di concentrazione ne viene  richiesta ancora alla corteccia cerebrale (dove risiede la coscienza), da cui nasce la spinta volontaria al fumo.   La puntura in precisi punti del padiglione auricolare, crea un’interferenza elettrica che impedisce di avvertire il calo della nicotina nel sangue e dunque rende possibile lo svezzamento dal fumo;   resta da liberare i polmoni dalla mucosa impregnata dei residui della sigaretta e della nicotina, il mio consiglio è di procedere con aerosol naturali, caldi e/o a vapore a base di olii essenziali d’eucalipto, timo e niaouli (malaleuca), che disinfettano e sciolgono le mucosità;   le seguenti operazioni sono importanti;   esercizio di respirazione yoga, mettiamoci in piedi o seduti, ma con la schiena eretta, inalare l’aria attraverso il naso e riempire con essa i polmoni, spingendo con il diaframma verso il basso (cercare di percepire la sensazione di espansione della base inferiore dei polmoni) finché si gonfia anche l’addome, poi spingere l’aria verso la parte media e superiore del torace (come fosse un’onda) in modo da espandere prima la parte media e poi la superiore del polmone. Infine lasciare uscire l’aria;   il vivere sociale di oggi propone stereotipi diretti all’affermazione di sé stessi allungando la distanza tra mondo interiore e quello esteriore, questo provoca uno “svuotamento energetico” tanto da affievolire la volontà di evolvere i principi e valori di cui l’uomo è portatore per destino; 
La meditazione, la preghiera, l’introspezione e la riflessione costituiscono un modo per “ritrovarsi” pienamente nella propria spiritualità;
potrebbe sembrare complicato soggiungere alle nostre attività quotidiane, lo spazio per concentrarci su di noi, ma assicuro che un “pensiero positivo” a colazione, pranzo o cena tutti i giorni, lavora sulla nostra condizione psico-fisica molto, e ripeto, molto più di quanto possiamo immaginare;   per esempio, quando siamo davanti al nostro piatto focalizziamo l’attenzione sul cibo, il cervello invierà dei segnali allo stomaco secondo il colore, il profumo, la composizione degli alimenti e tutto l’organismo si predisporrà ad accettarlo,

l’effetto di questo semplice gesto quotidiano destinato al nostro “volerci bene” è una vera medicina;  tutto ciò si può ripetere ogni volta che lo si desidera e vale per molti aspetti della nostra vita relazionale.  Quando qualcuno ci fa soffrire con una risposta cattiva, un atteggiamento irrispettoso nei luoghi frequentati giornalmente (lavoro, sport, comunità ecc.) non odiamolo e chiediamoci se involontariamente siamo stati noi a sbagliare qualcosa, è certamente un modo per rimanere nel presente, evitando di sostare nel passato ricercando le risposte ai perché dei contrasti e trattenendone i rancori, potremo proiettarci positivamente nel futuro;  nello Yoga la preghiera del mattino equivale al “saluto al sole” per ringraziarlo del miracolo che compie sorgendo ogni giorno contribuendo allo sviluppo della vita in tutto il pianeta;   mentre  le preghiere della sera sono purificanti e quelle del mattino tonificanti,
le preghiere dei pasti sono collegate al polo metabolico che produce calore ed energia elettrochimica,  le preghiere serali sono legate al polo toracico che è la polarità affettiva,  le preghiere del mattino riguardano il legame dell’Uomo con il Cosmo;   la meditazione, come la preghiera, richiede concentrazione ma è bene distinguere le due cose;   la preghiera ci lega all’aspetto spirituale religioso e ci compenetra con la fede,  nella meditazione riconosciamo la nostra personale natura spirituale e ci abbandoniamo ad essa;  è un po’ come farsi cullare dall’acqua del mare che annulla il peso del corpo e apre lo spazio dell’anima provandone un piacere sublime;  si può ricercare l’abbandono ascoltando musica, componendo, dipingendo, persino nel sesso, ma l’abbandono deve essere vissuto consapevolmente e non indotto da farmaci e da droghe. Questo è l’errore principale di chi comprende intuitivamente l’importanza dell’abbandono, ma lo cerca con mezzi esteriori che annullano la consapevolezza e dunque lo rendono non solo inutile, ma deleterio per il nostro equilibrio;   provate a seguire il seguente schema, è una meditazione Reiki nel quale l’amore può trasformarsi in estasi, è preferibile farlo alla sera dopo le 22;  

Prima di tutto centra le mani sul cuore,   fa’ in modo di non essere disturbato e mettiti comodo,  accendi due candele davanti a te, inserisci un cd musicale che riproduca relax (ottimi quelli per Reiki),  chiudi gli occhi e visualizza di entrare nel tuo cuore come se fosse il tuo paesaggio preferito,  pieno di luci e colori,  lascia che la tua fantasia scorra libera,  questo paesaggio e questo luogo sono espressione di TE,   in esso trovi accoglienza, tranquillità,  sicurezza, risposte, conforto, dolcezza,  raggiungi ora la parte più alta del tuo luogo prescelto,  la sommità dell’altura da cui puoi vedere l’intero paesaggio, siediti, sei al centro del tuo cuore e il cuore è il tuo centro,  accogli la luce che entra in te dalla sommità del capo e ti riempie di amore, forza, compassione, pace ed energia,   rivolgiti al tuo angolo di interiorità ogni volta che il tuo equilibrio è turbato, ogni volta che ti serve consiglio, aiuto, lucidità. Entra nel tuo cuore e solo a partire da lì decidi cosa dire, cosa fare e chi amare.

 

A cura di Paolo Tasinato

 

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