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Mag 2, 2013 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Pensierando…

Pensierando…

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2 maggio 2013                 Pensierando

 

 

Ci sono aspetti nella vita che…non sono “vita”, se per vita intendiamo il vissuto, i fatti, le realtà. C’è un’altra versione dell’esistenza, quella dentro la mente, i pensieri, i sogni, la fantasia. Il problema è di poterle mettere assieme per una convivenza serena. Un po’ come fra uomo e donna. Ci sono molti modi per tenere in forma il “corpo” e altrettanti per la “mente” ma, di certo, non ce ne sono molti per un equilibrio tra le due parti. Al primo bastano, una buona alimentazione, una giusta attività fisica e un’ottima cura di pulizia e igiene. Alla seconda, direi, è un tantino più complicato, c’è un elemento che sta nel mezzo, l’inconscio. Fondamentalmente, la volontà, la bontà e l’amore sono ottimi strumenti per “lavorare” su se stessi ma, di certo, la meditazione è il vero toccasana per andare alle radici del sistema. Basta così? No sicuramente, la sincerità, la lealtà, la fiducia, la fedeltà, la compassione, l’empatia, la comprensione sono quei “rami” che si aprono ai venti del tempo al quale corrispondere le necessità di scambio. Tutto qui? Certo no, a rendere l’argomento interessante sono le esperienze, un evento negativo o uno positivo possono cambiare notevolmente l’evoluzione di ogni cosa in conseguenza di un altro “prodotto” differenziale, le aspettative. Credo di non sbagliare se penso, chi legge ora uomo o donna che sia, si trova in una condizione di stasi riflessiva. Stai cercando di capire il senso della questione, provi a immedesimarti in una delle parti e vorresti arrivare al “finale”. Ma questa non è una storia o un romanzo e non c’è un finale a sorpresa. Questo è un momento di “meditazione” a occhi aperti. Se “l’essere” in te ha un’attitudine positiva proverai rilassatezza, il tuo pensiero si allinea alla condivisione e serenità. Se, viceversa, la sensazione è quella disarmonica, allora si deve prendere in considerazione una prospettiva di cambiamento per poter incontrare il proprio “sé”. Il passato non lo possiamo cambiare, il presente è per “fare”, il futuro è l’unione dei primi due. Perciò, a determinare il buon esito di una favola, che è la nostra vita, siamo noi stessi. Su questi argomenti sono stati scritti centinaia di libri, i quali nello sconfinare tra psicologia e filosofia, non sono riusciti a esaurire i concetti, umani e esistenziali, e definire una comune ipotesi di “chi siamo”. Ritengo sia indispensabile la ricerca in questo ambito a favore di un benessere psico-fisico, ma quanto ognuno può ragionevolmente pretendere da sé stesso, è di vivere per la gioia di vivere…in pace. Questo si, è possibile. Un consiglio? Iniziare un percorso di introspezione, non ha importanza se yoga, reiki, meditazione o altro, purché in quello “spazio” percepiate un senso di libertà.

 

Tp

 

 

 

Apr 30, 2013 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Energia nelle Mani

Energia nelle Mani

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30 aprile 2013

 

 

L’Energia nelle Mani

 

 

 Guardo le mie mani ripensando a quante cose posso fare con esse

 

Sebbene il corso degli anni le abbiano cambiate

 

Allo stesso modo tutto di me

 

Un corpo fragile agli eventi traumatici e alle malattie

 

Una struttura auto rigenerante complessa e meravigliosa

 

Una materia fluttuante nello spazio sconfinato senza una vera ragione del suo esistere

 

Una particella tra infinite particelle gonfie…di vita

 

Quella stessa nella quale si culla il pensiero

 

Capace di annullare le distanze e superare le leggi della chimica e della fisica

 

La vita sta alla materia come il pensiero all’atomo

 

È pura energia

 

È vibrazione

 

Riguardo le mie mani…e ne sono certo

 

Se alla carezza accompagno un pensiero…

 

Diviene Amore.

 

Tp

 

 

Nov 6, 2011 - Senza categoria    2 Comments

VagaMente

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4 novembre 2011

 

La vita è piena di belle storie, sembrano poche perché la gente tende a considerare le cose  buone “normali”. Perciò non sembra importante raccontarle.

Ognuno ha moltissimi ricordi connessi agli eventi e alle persone legate agli stessi, ma “rimanere” troppo nel passato toglie tempo al presente.

Tutti siamo capaci di scrivere una poesia, dipingere, scalare una montagna o trovare parole di conforto per gli afflitti, pensiamo solo di non esserlo.

Nel ruolo di esseri umani non ci riesce vivere da soli, abbiamo bisogno di interazione, non possiamo evolverci senza quanto ci viene dato dall’insieme organizzato nel modo in cui lo vogliamo, per questo riconoscerci nella gratitudine altrui è una forza per raggiungere la pace.

Lo spirito, l’anima, l’energia, i credo, l’evocazione dell’IO, la meditazione, l’illuminazione ed il raggiungimento del proprio interiore, sono in assoluto l’unica vera ricerca che accomuna ogni entità biologica presente sul pianeta della consapevolezza.

Le singole relazioni sono quelle istintuali per la riproduzione e sono transitorie. Sono stabili le attività di gruppo sorretto dalle individualità le quali conducono la propria rilevanza nella trasformazione del pensiero.

Molteplici aspetti correlati alle manifestazioni della vita, sono involontariamente confluenti sulle capacità decisionali del singolo, per riproporsi con schemi plausibili se pronunciati nella comune condivisione.

Inoltre, non può esserci dubbio, quando la presenza in sé ripristina la continuità di quelle intuizioni scaturite dalla fonte del vago, ci si dispone al paradosso di razionali architetture della parola che riformano i contenuti nell’incapacità di comprensione.

Vi è, pertanto, una solitudine dell’intelligenza soffocata da mere banalità strutturali, così profonde, da resistere persino alla chiarezza del giorno nella mente…e rimane nel piacere sensazionale lo spiraglio per raggiungere traguardi, oltre i quali, si sconfina nell’ebbrezza della materia.

In SÉ, l’inutile diviene utile, il singolo si accumuna, l’opacità si schiarisce ed i semplici gesti si trasformano nell’Amore.

 di Paolo Tasinato   Master REIKI

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NULLA PUÒ AVVENIRE…

SE NELL’ATTESA…

NON SI CREANO EVENTI.

tp

 

Giu 26, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Benessere del corpo o benessere dello spirito…o di entrambi?

Benessere del corpo o benessere dello spirito…o di entrambi?

Senza nulla togliere alla filosofia, alla ricerca e alla scienza medica;

Senza entrare nel merito delle medicine etniche o empiriche;

Senza disturbare la storia dell’uomo tra religione, sciamanismo e influenze cosmiche;

 

ogni equilibrio di carattere terreno o esoterico viene meno nell’incontro uomo-malattia

 

gli studi fatti nel corso dei secoli hanno riempito intere biblioteche per dare una, ancorché parziale, spiegazione alle ragioni delle malattie e delle conseguenze, fisiche e psichiche da un lato, filosofico-antropologico e scientifico-deontologico dall’altro;

 

la malattia si può definire un “disagio” della salute

 

tale disagio coinvolge per intero l’unità uomo-spirito e la medicina moderna usa l’applicazione della scienza chimica sulla parte “uomo”

 

è la discendenza prevalente della cultura occidentale ed è il medico a rappresentarla nella sua veste scientifica

 

la sintomatologia fisica evidente e l’anamnesi dirige il medico verso una diagnosi e cura del disagio espresso dal paziente

 

eventuali disagi “spirituali” vengono colti con il dialogo psicologo-paziente e trattati convenzionalmente con farmaci o procedure standard

 

in tutto questo la funzione dell’infermiere è di assumere l’onere pratico delle disposizioni del medico

 

ecco perché la visione che ha il malato del medico e dell’infermiere si distingue sostanzialmente in due ruoli fondamentali per soddisfare il proprio bisogno d’aiuto

 

quella del medico per ricevere una cura per il malessere che l’ha colpito

 

quella dell’infermiere per l’applicazione della cura ed il conforto dell’assistenza

 

in senso generale e semplificando oltre a quanto predetto, il malato “parla” con il medico e si “confida” con l’infermiere

 

come in ogni attività dell’uomo, sono le “sinergie” a portare ai risultati migliori e, non di meno, il rispetto dei ruoli

 

per il malato il risultato migliore è la guarigione

 

tale ottenimento è frutto di un’attenta diagnosi e cura e che trova nel contesto assistenziale e strutturale l’ambito idoneo al superamento della malattia

 

ed è in tale ambito che l’unità “uomo-spirito” converrà un riconoscimento, strettamente correlato ai ruoli espressi, con un valore fondamentalmente soggettivo e proporzionato al “percepito”.

 

Nel contesto di quanto descritto, l’A.N.E.D. si pone nel superamento di ogni barriera legata a ruoli e valori e sostenendo l’azione più forte tesa alla centralità del malato.

 

In questa prospettiva non vi è, per il malato quale esso sia, un’attenuazione della carenza assistenziale che possa giustificarsi sulle condizioni economiche, strutturali, organiche ed ancor meno su situazioni conflittuali tra medici o tra infermieri.

 

Esiste solo la mancata attenzione al proprio male che, non di rado, non sta nel rene, nel fegato o nel pancreas, ma nella mente.

 

Quanto più forte è la sensazione di “invisibilità” della propria sofferenza, tanto meno agiscono le terapie e la fiducia del paziente nei confronti di chi lo cura.

 

Dagli anni 60’ sono apparsi sulle riviste scientifiche di tutto il mondo, studi nei quali sono stati riscontrati gli effetti nella risposta della psiche sollecitata da imput “negativi e positivi”, in ordine alla chimica (medicinali placebo), fisica (elettromagnetismo), antropologiche (espressività, comunicazione non verbale e del corpo, P.N.L.), energetiche (agopuntura, yoga, meditazione, pranoterapia, Reiki, E.F.T.,  ecc.), tutto con lo scopo di capire quale possa essere il metodo “aggiuntivo” e applicabile con il miglior risultato terapeutico a favore dell’azione medica.

 

Perché i malati non possono usufruire di tali importanti conoscenze, oramai, accettate dalla comunità scientifica mondiale?

 

Perché alla pari di un’evoluzione del pensiero non si trovano nei reparti degli ospedali alcunché di “nuovo”?

 

Qual’é il motivo bloccante per l’acquisto del benessere, tanto acclamato nei convegni medico-scientifico, in relazione all’unità uomo-mente”?

 

Perché non si guarda cosa sta avvenendo nella società?

 

Nascono tecniche di Medicina Non Convenzionale ogni giorno, le palestre si trasformano in Centri Wellness, le erboristerie sono più numerose delle farmacie, maghi e ciarlatani fanno più soldi delle cliniche private, quando i medici e la medicina e, in particolare direttori generali,  capiranno di non poter lasciare ancora spazio al “fai da te” che spesso provoca più danni che benefici?  Perché non si vuole accettare un’evidente necessità di superare un “confine” di pensiero il quale “oltre” vi sono convergenze di culture e di sapere pregiudizialmente considerate sbagliate senza averlo constatato?

 

Deve esserci un’apertura verso le metodiche alternative di cura, solo così è possibile verificare le potenzialità di una medicina moderna, dove gli aspetti “interiori” dell’uomo si sommino a quelli clinici della scienza, con l’unico fine di complementare una terapia al massimo dell’efficacia.

 

Invito a riflettere su questo anche se penso, lo sforzo maggiore non sarà di accreditare operatori seri di medicina alternativa, ma sarà quello di diffondere tra il personale medico ed infermieristico, una cultura professionale diversa.

 

Sono convinto e lo voglio affermare, al di la’ di ogni ragionevole dubbio, un Dio c’è, e con lui tutto il resto.

 

I motivi per essere scettici sono principalmente due:

 

 Non si è avuta la possibilità di conoscere;

 Non si vuole conoscere;

 

nel 1869 Michele Lessona scrisse un libro, “Volere è Potere”, sul modello dell’opera dello scrittore britannico Samuel Smiles Self-help tradotta in italiano nel 1865 con titolo “Chi si aiuta Dio l’aiuta”.

 

È chiaro, non è tutto qui…e la verità non è mai sola, ma sicuramente è lo studio a portarci vicino…non certo lo scetticismo!

 

Probabilmente, dopo quello di Ippocrate, dovrebbe avvenire un nuovo “risveglio”.

 

Testo scritto da Paolo Tasinato

Master Reiki

 

medicina, alternativa, medici, infermieri, cura, terapie, reiki, ippocrate

Mag 9, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Si può star BENE…leggi

Si può star BENE…leggi

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 9 maggio 2011

Cosa fare per star BENE

 

 

L’UOMO, quale forma vivente universale, matura conformemente alla conoscenza di sé stesso ma, non di meno, attraverso l’interesse dell’ambiente in cui vive e, per ultimo, nell’ascolto della propria spiritualità.   Ognuno può interagire con le varie componenti del nostro essere per mezzo di metodiche finalizzate alla disposizione e distribuzione delle parti energetiche quali elementi influenzanti la normale funzionalità biologica del nostro corpo.   Spesso capita di osservare alcune sincronie colte “per caso” in momenti del vissuto nei vari ruoli assunti nella società senza riuscire a coglierne il significato.  Lasciandole “scorrere” perdiamo la capacità di percezione di cui siamo dotati naturalmente.   In sintesi, l’insoddisfazione ed il malessere di cui soffriamo nell’odierna modernità, non ha una vera origine razionale ne logica e la “cecità” dello sguardo emozionale sulla vita, ci allontana da quell’equilibrio tra mente, corpo e spirito per i quali non possiamo privarcene ma, per motivi intrinseci, ignoriamo come difendere.   Voglio di seguito prestare alcune nozioni semplici (leggi regole) a cui sono stato introdotto per merito degli studi sul REIKI.   Fatene buon uso e potrete sicuramente migliorare il vostro stato di benessere.   Innanzitutto, chi ci consente di gioire della vita, di ottenerne sensazioni, emozioni e movimento, è il nostro CORPO.   Pertanto una buona igiene e la corretta alimentazione, stanno alla base nei principi fondamentali dell’entità biologica di cui siamo portatori. 

 

NUTRIZIONE:   mangiare è un’emozione, ogni pasto che si prepara e consuma in modo positivo, aiuta la digestione e l’assimilazione dei nutrienti in esso contenuti, perciò è bene non sostenere discussioni al momento di sedersi a tavola;  l’attenzione durante il pasto deve essere rivolta solamente al cibo ed eventualmente alla piacevole conversazione e mai su argomenti inerenti il lavoro e/o politica.   Limitare il più possibile la lettura e la televisione durante il pasto;   a tavola non si deve aver fretta:  se si ha fretta, è di gran lunga preferibile saltare il pasto;   la masticazione è l’inizio della digestione, si effettua  tranquillamente a piccole quantità (come fanno i bambini), pensando al tipo di cibo da ingerire e lo inghiottiremo ben masticato.   Infatti, dalla bocca partono i segnali elettrici e in parte chimici, diretti verso lo stomaco per informarlo del tipo di cibo e consentire agli organi digestivi (stomaco, duodeno, vie biliari, pancreas), di predisporre il grado d’acidità e gli enzimi adatti alla trasformazione di quel particolare alimento.   Per esempio i cibi proteici, in particolare la carne rossa e/o bianca, i formaggi e i legumi, necessitano per essere ben digeriti di un grado di acidità diverso (e di enzimi adatti) rispetto ai cereali; perciò non si dovrebbero mangiare nel corso dello stesso pasto i carboidrati (spaghetti, riso, ecc.) come primo piatto, seguiti da un secondo di carne, ma se si decide di mangiare la carne è bene abbinare ad essa le verdure ed altrettanto vale per i cereali.   Esistono altre associazioni fra i cibi da evitare, ma quella fra i cereali e la carne o i cibi proteici in genere , è la principale;    è’ opportuno salare i cibi il meno possibile , per evitare di dover bere molto durante il pasto,  è preferibile bere lontano dai pasti per evitare di diluire i succhi digestivi e alterare il grado di acidità di essi;   Non è consigliabile, anzi meglio evitare, di assumere bevande dolci o dolcificate durante il pasto per gli stessi motivi su indicati;    evitare il consumo abituale di toast, panini, pizzette, cibi fritti, dolciumi,  la presenza di grassi che si uniscono in molecole giganti (macromolecole) durante la frittura, rende difficile la digestione, così pure come i grassi impiegati nella preparazione dei prodotti dolciari;   l’abitudine di utilizzare il latte a colazione ad inizio giornata, tende a causare infiammazione dell’intestino. Il latte pastorizzato contiene in scarsa misura o per nulla batteri in grado di autodigerirlo, perciò necessita di un maggiore   impegno digestivo.   Poiché al contrario lo yoghurt è un alimento vivo, in pratica dotato di batteri in grado di autodigerirlo, conviene consumare yoghurt durante la prima colazione al posto del latte.  Anche il tipo di latte commercializzato attualmente addizionato di batteri simili a quelli dello yoghurt,  è bene non berne più di un bicchiere per volta.   È essenziale per la salute dell’organismo vincere la stitichezza;   bere almeno un litro e mezzo di acqua durante il giorno lontano dai pasti;   bere un bicchiere di acqua tiepida al mattino appena dopo il risveglio;    aggiungere all’alimentazione cibi ricchi di fibre, come verdure, frutta, cereali integrali; tuttavia i cereali integrali non devono essere consumati continuativamente ma assunti gradualmente due o tre volte a settimana;   non dimentichiamo l’attività fisica che consenta di muovere tutte le articolazioni, in particolare quelle della colonna vertebrale, se possibile fatela al mattino oppure nel tempo libero in palestra;  a fine settimana andate all’aria aperta per introdurre aria pulita;   alla sera se guardate la televisione o siete davanti il computer, massaggiare la pianta del piede appoggiandola sopra una palla da tennis (oppure alcune da tennis/tavolo dentro una scatola) muovendo il piede in tutte le direzioni,  infatti nel piede è presente una proiezione riflessologica dell’intestino, attraverso la cui stimolazione si ottiene anche un miglioramento dell’attività intestinale;   non abusare dei lassativi medicinali o naturali (funzionano di solito da purganti irritanti anche il latte e il caffè, specie se assunti insieme come caffelatte);   se usati spesso tendono ad irritare cronicamente l’intestino, provocando un colon spastico, cioè un intestino abitualmente contratto fino a diventare atonico, quindi la parete intestinale cessa di esercitare la sua spinta sulle feci e la parte terminale dell’intestino (ampolla e sigma) dilatandosi trattiene il materiale fecale causando perciò autointossicazione dell’organismo (pare contribuisca alla formazione del cancro rettale);   anche l’uso sconsiderato di piccoli clisteri possono creare atonicità (come sopra), quindi necessita cambiare drasticamente le proprie abitudini e regolarsi come indicato precedentemente;  può essere utile provare con la medicina non convenzionale, es. l’Ayurveda, che consiglia il Panchakarma stagionale, cioè l’effettuazione in primavera di sette grandi clisteri, tre nella prima settimana , due nella seconda , uno nella terza e uno nella quarta.  Per effettuare il clistere bisogna preparare un litro e mezzo di acqua bollita per quindici minuti e lasciata sbollentare sino circa a 30°, cui si aggiunge un cucchiaio di olio di oliva;  poi ci si pone coricati sul lato destro e il liquido immesso gradualmente sino a che riesce a trattenerlo, ma nel corso dell’irrigazione, occorre che si sposti a poco a poco in posizione prona e quindi quasi sul fianco destro, in modo che il liquido raggiunga la totalità del colon;   sostituire il caffè, almeno quello del mattino, con caffè d’orzo;   limitare il the solo nel pomeriggio;   secondo la medicina cinese il caffè di prima mattina  stimola la secrezione degli acidi gastrici nelle viscere, aggrava l’irritazione della mucosa gastrica, specie in persone già gastritiche (può causare fastidiosi reflussi gastrici, acidità e alitosi); 

LA RESPIRAZIONE: ogni giorno passano attraverso i capillari degli alveoli polmonari migliaia di litri di sangue, che cede anidride carbonica mentre assorbe ossigeno;   secondo lo YOGA , attraverso la respirazione non solo si eliminano le scorie e si assorbe l’ossigeno, ma si assume anche il Prana, cioè  l’energia vitale universale presente nell’aria.  Dunque la respirazione depura, nutre e rafforza, proviamo fare un’analisi di come rapportarci ad essa;

chi vive in città difficilmente potrà respirare aria salubre, aggiungiamo il fumo e ambienti chiusi e/o male condizionati, diviene indispensabile la gita domenicale fuori città a tutela della propria salute;   passeggiare in montagna, al mare o nei parchi a piedi o in bicicletta, per inalare aria pura e con essa il Prana, dovrebbe essere il nostro principale divertimento;   inutile soffermarsi sui danni della sigaretta, doveroso è smettere;    i rimedi per il fumatore con l’intenzione di smettere ci sono, in primis la scelta e la volontà, ma anche dall’agopuntura, soprattutto dell’orecchio e anche da particolari metodi omeopatici.  Sul padiglione auricolare vi sono delle aree in relazione con i centri nervosi che regolano il contenuto delle sostanze chimiche nel sangue, fra le quali la nicotina, la quale diminuendo di concentrazione ne viene  richiesta ancora alla corteccia cerebrale (dove risiede la coscienza), da cui nasce la spinta volontaria al fumo.   La puntura in precisi punti del padiglione auricolare, crea un’interferenza elettrica che impedisce di avvertire il calo della nicotina nel sangue e dunque rende possibile lo svezzamento dal fumo;   resta da liberare i polmoni dalla mucosa impregnata dei residui della sigaretta e della nicotina, il mio consiglio è di procedere con aerosol naturali, caldi e/o a vapore a base di olii essenziali d’eucalipto, timo e niaouli (malaleuca), che disinfettano e sciolgono le mucosità;   le seguenti operazioni sono importanti;   esercizio di respirazione yoga, mettiamoci in piedi o seduti, ma con la schiena eretta, inalare l’aria attraverso il naso e riempire con essa i polmoni, spingendo con il diaframma verso il basso (cercare di percepire la sensazione di espansione della base inferiore dei polmoni) finché si gonfia anche l’addome, poi spingere l’aria verso la parte media e superiore del torace (come fosse un’onda) in modo da espandere prima la parte media e poi la superiore del polmone. Infine lasciare uscire l’aria;   il vivere sociale di oggi propone stereotipi diretti all’affermazione di sé stessi allungando la distanza tra mondo interiore e quello esteriore, questo provoca uno “svuotamento energetico” tanto da affievolire la volontà di evolvere i principi e valori di cui l’uomo è portatore per destino; 
La meditazione, la preghiera, l’introspezione e la riflessione costituiscono un modo per “ritrovarsi” pienamente nella propria spiritualità;
potrebbe sembrare complicato soggiungere alle nostre attività quotidiane, lo spazio per concentrarci su di noi, ma assicuro che un “pensiero positivo” a colazione, pranzo o cena tutti i giorni, lavora sulla nostra condizione psico-fisica molto, e ripeto, molto più di quanto possiamo immaginare;   per esempio, quando siamo davanti al nostro piatto focalizziamo l’attenzione sul cibo, il cervello invierà dei segnali allo stomaco secondo il colore, il profumo, la composizione degli alimenti e tutto l’organismo si predisporrà ad accettarlo,

l’effetto di questo semplice gesto quotidiano destinato al nostro “volerci bene” è una vera medicina;  tutto ciò si può ripetere ogni volta che lo si desidera e vale per molti aspetti della nostra vita relazionale.  Quando qualcuno ci fa soffrire con una risposta cattiva, un atteggiamento irrispettoso nei luoghi frequentati giornalmente (lavoro, sport, comunità ecc.) non odiamolo e chiediamoci se involontariamente siamo stati noi a sbagliare qualcosa, è certamente un modo per rimanere nel presente, evitando di sostare nel passato ricercando le risposte ai perché dei contrasti e trattenendone i rancori, potremo proiettarci positivamente nel futuro;  nello Yoga la preghiera del mattino equivale al “saluto al sole” per ringraziarlo del miracolo che compie sorgendo ogni giorno contribuendo allo sviluppo della vita in tutto il pianeta;   mentre  le preghiere della sera sono purificanti e quelle del mattino tonificanti,
le preghiere dei pasti sono collegate al polo metabolico che produce calore ed energia elettrochimica,  le preghiere serali sono legate al polo toracico che è la polarità affettiva,  le preghiere del mattino riguardano il legame dell’Uomo con il Cosmo;   la meditazione, come la preghiera, richiede concentrazione ma è bene distinguere le due cose;   la preghiera ci lega all’aspetto spirituale religioso e ci compenetra con la fede,  nella meditazione riconosciamo la nostra personale natura spirituale e ci abbandoniamo ad essa;  è un po’ come farsi cullare dall’acqua del mare che annulla il peso del corpo e apre lo spazio dell’anima provandone un piacere sublime;  si può ricercare l’abbandono ascoltando musica, componendo, dipingendo, persino nel sesso, ma l’abbandono deve essere vissuto consapevolmente e non indotto da farmaci e da droghe. Questo è l’errore principale di chi comprende intuitivamente l’importanza dell’abbandono, ma lo cerca con mezzi esteriori che annullano la consapevolezza e dunque lo rendono non solo inutile, ma deleterio per il nostro equilibrio;   provate a seguire il seguente schema, è una meditazione Reiki nel quale l’amore può trasformarsi in estasi, è preferibile farlo alla sera dopo le 22;  

Prima di tutto centra le mani sul cuore,   fa’ in modo di non essere disturbato e mettiti comodo,  accendi due candele davanti a te, inserisci un cd musicale che riproduca relax (ottimi quelli per Reiki),  chiudi gli occhi e visualizza di entrare nel tuo cuore come se fosse il tuo paesaggio preferito,  pieno di luci e colori,  lascia che la tua fantasia scorra libera,  questo paesaggio e questo luogo sono espressione di TE,   in esso trovi accoglienza, tranquillità,  sicurezza, risposte, conforto, dolcezza,  raggiungi ora la parte più alta del tuo luogo prescelto,  la sommità dell’altura da cui puoi vedere l’intero paesaggio, siediti, sei al centro del tuo cuore e il cuore è il tuo centro,  accogli la luce che entra in te dalla sommità del capo e ti riempie di amore, forza, compassione, pace ed energia,   rivolgiti al tuo angolo di interiorità ogni volta che il tuo equilibrio è turbato, ogni volta che ti serve consiglio, aiuto, lucidità. Entra nel tuo cuore e solo a partire da lì decidi cosa dire, cosa fare e chi amare.

 

A cura di Paolo Tasinato

 

Apr 3, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Carezza REIKI

Carezza REIKI

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massaggio

carezza Reiki

 

IL MASSAGGIO REIKI

 

Cos’è il massaggio?   Ognuno di noi potrebbe dare una sua personale interpretazione del massaggio.   Niente di strano, tutti abbiamo una differente sensibilità fisica e spirituale.   Detto questo sembra semplice ma non è così.   Senza scomodare la storia del massaggio, possiamo dire senza dubbio che il massaggio fa bene indipendente possa essere terapeutico o rilassante.   Altra cosa importante è scindere il massaggio su due tronconi principali, quello occidentale  e quello orientale.   Infatti i principi su cui si fondono sono sostanzialmente diversi, il primo è appannaggio della medicina generale ed interviene nell’ambito curativo post-traumatico, il secondo si collega al benessere nel suo complesso e si fa carico nel ristabilire l’equilibrio mente-corpo e per farlo non è necessario possedere una laurea in medicina.

 

Ci sono massaggi denominati in tanti modi e per ogni problema fisico o energetico, sono tutti efficaci…come nessuno.   Mi spiego e faccio un esempio, se un bambino cade e si fa male, cosa fa la mamma?   Massaggia la parte traumatizzata e rassicura il figlio che tutto passa.   Sono due FONDAMENTALI aspetti.   Quello fisico (massaggio) e quello mentale (tutto passa).   Io ne aggiungo un altro, quello energetico, infatti l’amore in generale è energia e quello materno non ha limiti.   Quando la mano massaggia infonde anche l’energia amorevole che diviene “guaritrice”.   L’imput inviato verbalmente da madre a figlio (tutto passa) resterà indelebile nel nostro inconscio, per questo il “massaggio” è amato dalla grandissima parte delle persone e, collegandomi al primo capoverso, per fare il massaggio lo si deve “sentire dentro”, contrariamente avrà un beneficio di “superficie”. 

 

È un vero peccato che il massaggio abbia assunto un valore commerciale, lo svilisce del proprio principio fondante, quello di aiutare la persona fruente a volersi bene e, conseguentemente, voler bene agli altri, vivere al meglio la propria vita in salute aumentandone la visione positiva e innalzando la piacevole percezione del corpo.   È doveroso accennare al massaggio erotico o sensuale.   In una società consumistica del sesso, rientra anche questo tipo di massaggio assumendo l’erronea funzione di piacere corporale.   Se possibile è ancor più svilente di quello tradizionale nella considerazione dell’importanza relativa alla sfera sessuale non sempre vissuta in piena libertà.   Tutti possiamo capire, o ne siamo stati coinvolti, dai tabù educativi, religiosi o culturali i quali ci condizionano nelle espressioni del nostro amore e nelle relazioni intime.   Anche su questo è utile un esempio di cui molti possono essere stati testimoni se in famiglia ci sono sorelle o fratelli più piccoli.   Nel fare il bagno, oppure cambiare il pannolino, istintivamente i bambini  toccano le parti intime e qui, devo dire, le mamme seppure senza volontarietà procurano un grosso problema al proprio figlio e/o figlia quando allontanando bruscamente (se non schiaffeggiandola) la mano del piccolo e con una espressione severa dicono “via…manina brutta” oppure “…cosa sporca…”.   È  un trauma fortissimo (basti pensare quanto piccola e delicata è la mano del bambino).   Il fatto peggiore è l’impossibilità di poterlo rappresentare consapevolmente, l’evento si fissa nel nostro inconscio e non è riconoscibile nei nostri comportamenti.   Pertanto chi l’ha subito lo esterna con paure o ansie e può riproporlo ai propri figli.   Solo con metodiche di tipo psicologico (P.N.L. E.F.T. ecc.) si possono riportarli alla luce e liberarsene.   Tanto detto per significare la peculiarità del massaggio sensuale se proposto in modo professionale, è assolutamente unico nella propria efficacia.    

 

 La “carezza Reiki” racchiude in un’unica modalità le prerogative del massaggio rilassante, distensivo ed energetico.   C’è una sola condizione, deve essere eseguito con amore e basandosi solo sulla percezione del bisogno della persona.   Come si può tranquillamente immaginare, un buon massaggio non può avvenire sopra i vestiti, sembra banale doverlo dire, eppure qualche paziente ti chiede “devo spogliarmi?”.   Facciamo chiarezza in senso generale.   Quando andiamo da un medico fisiatra, fisioterapista o fisioterapeuta riabilitativo, certamente se gli diciamo “ho male qui”, ci chiederà di eseguire degli accertamenti diagnostici e successivamente tratterà il punto dolente e nelle prossimità nervose o tendinee, con movimenti articolari e/o torsionali distensivi se muscolari.   L’operatore Reiki esperto, o di altra medicina alternativa, seppur in presenza di esiti diagnostici non può utilizzare le stesse metodiche in quanto medico non lo è, ma riconosce il problema e lo affronta scaricando le tensioni negative interagendo nell’aspetto energetico e produce un massaggio dalla testa ai piedi, allo scopo di rilassare ogni irrigidimento istintivo attuato dalla persona sofferente.   È implicito l’uso di oli essenziali o creme per facilitare il movimento delle mani, pertanto gli indumenti dovranno necessariamente essere tolti.

 

Non a caso la “carezza Reiki” sconfina anche nel massaggio sensuale e la ragione è pienamente comprensibile, si tratta proprio di una carezza sulla pelle.   Personalmente sono in quella linea di pensiero il quale fissa nell’epidermide, il più “grande” organo sessuale che possediamo, peccato concentrarsi in piccole zone del corpo, no?

 

Un solo consiglio, se scegliete un operatore Reiki per scaricare le tensioni di questa vita frenetica, predisponetevi ad accogliere sensazioni forti…che possono emozionarvi come mai…e chiedete l’attestato di Master.

 

A cura di Paolo Tasinato

Feb 18, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Il Benessere

Il Benessere

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Cos’è il benessere?

È la percezione di sé stessi in relazione ai principi fondamentali dell’esistenza “Corpo, Mente, Spirito”

L’unione di tali principi ci avvicina alla conoscenza del “chi sono…e dove vado”.

 

Cos’è la malattia?

È un sintomo della vita provocato inconsapevolmente dal mancato ascolto del presente, rischiando di delegare ad altri quelle che sono invece le nostre “potenzialità” di difesa della salute..

 

Cos’è l’empatia?

È la capacità di “essere” un’altra persona.

L’empatia è uno strumento di lavoro utilizzabile per chi “sa” di “essere”,

è la sicurezza di sé stessi che concede la possibilità di “entrare” in sintonia con altre persone per aiutarle nel loro percorso di vita.

 

Cos’è il Reiki?

È la tecnica di studio del “qui… e la”,

è l’essenza dei “talenti” spirituali rapportati al valore universale bio-molecolare dell’entità uomo,

è l’unione tra ciò che “è” e ciò che “non è”.

 

Come si utilizza l’energia Reiki?

L’energia è “La Forza” che muove l’universo dall’evento del BigBang, essa sfrutta le particelle subatomiche per la realizzazione della vita, noi siamo particelle nell’universo e assumiamo spontaneamente tale energia, se per qualche motivo non ne siamo capaci può intervenire un “operatore” che conosce il metodo per accumularla e infonderla con il contatto delle mani, la “REI” è l’energia universale che si associa al “KI”, energia individuale, essa si utilizza per il proprio benessere e per quello altrui.

 

Chi diventa operatore Reiki?

Diviene “Master Reiki” chiunque “SA DI NON SAPERE”, cogliendo nella non conoscenza l’umiltà di imparare;  comunicare la propria esperienza allo scopo di diffondere una maggiore consapevolezza dell’importanza dello spirito a presidio dell’organismo;  chiunque intraprenda un cammino senza fissare una meta.

 

Perché avvicinarsi alla Reiki?

Per migliorare sé stessi, aumentare la conoscenza dell’indefinibile, per riempirsi d’amore e saperlo donare, per dare al bene altro bene.

 

Reiki si contrappone alle religioni?

ASSOLUTAMENTE NO!   Chiunque ha un credo lo mantiene consapevole che l’Amore è in Dio e lo assumiamo con la nascita.   Non è possibile disgiungere lo spirito dal corpo, così non è possibile amare in modo disgiunto da colui che è in TUTTO.

 

Reiki ha effetti collaterali?

Nessuno, chi lo dovesse provare deve assicurarsi che non sia frutto della propria mente.

 

Come si pone Reiki in relazione ad altre motodiche fondate sull’energia?

Gli operatori di ogni pratica energetica, i quali abbiano avuto una formazione legata al principio universale dell’amore, del rispetto per la vita e dell’unicità della persona, utilizzano ciò che già esiste nel mondo conosciuto, pertanto si aggiunge quale strumento a favore del benessere.

 

A cura di Paolo Tasinato

Feb 8, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su reiki

reiki

Reiki è l’unione delle energie al fine del proprio benessere e delle persone che si vogliono aiutare.

 

REIKI

L’energia vitale che entra in noi con la forza dell’Amore

L’Energia si trova ovunque, lo stesso universo si muove all’interno di energie non ancora comprese appieno.    Il REIKI, è l’energia che da sempre accompagna l’uomo della vita.

Occorre capire come si attiva, come si modifica, come si utilizza, ma nell’insieme è di una semplicità che sfugge solo a chi non è attento alla propria crescita.   Il Reiki può essere praticato da chiunque crede nella propria forza interiore e desidera poter vivere una vita più sana e serena nel corpo come nella mente.   Con tale metodo,  gli effetti positivi sono facilmente raggiungibili in quanto chi ha deciso di migliorare, la propria esistenza percepisce subito i cambiamenti e l’armonia nel proprio corpo.   Iniziare il percorso Reiki è proprio di chi non si pone limiti alle conoscenze e vuole cogliere l’occasione di accrescere le proprie capacità percettive.   Il Reiki nella sua inesauribile energia è amore per ogni forma di vita e a cui tutti possono attingere e dissetarsi incondizionatamente.    Quasi tutte le discipline dirette al benessere del corpo e della mente, siano esse orientali o occidentali, studiano il movimento e la concentrazione delle energie esistenti nell’ambiente e nella materia.    La ricerca delle tecniche più efficaci per utilizzarle a favore dell’uomo ha interessato ogni popolo e ogni cultura.    Incontrare l’energia REIKI è pertanto possibile a tutti, perché tutti possono dare amore.    Nasce come sistema di auto trattamento per guarire, per star bene ed amarsi e su questo principio si fonda la formazione REIKI, perché ciò che facciamo di bene per noi a maggior ragione può far bene ad altri.    È l’Amore il veicolo su cui viaggia il REIKI, l’amore per tutto e per tutti, una forza che armonizza gli squilibri interiori e porta importanti cambiamenti nello spirito, accresce il pensiero e rasserena la mente, illumina il nostro cammino rendendoci più forti per affrontare le negatività del quotidiano.

 

“Il vero Amore del prossimo si traduce nel coraggio e nella forza, più nutriamo amore per gli altri

più avremo fiducia in noi stessi”

XIV Dalai Lama

 

“La vera essenza dell’essere umano è la bontà, ci sono altre capacità acquisibili con l’educazione, con il sapere , ma ciò che conta per diventare un vero essere umano e dare un senso compiuto alla propria esistenza è avere un cuore buono.”

XIV Dalai Lama

 

 

COSA NON È IL REIKI

Non è una religione

Non è legato a regole associative

Non è occultismo

Non è spiritismo

Non è una setta

Non si dispone a ideologie di vario tipo

Non è una pratica medico-scientifica

E’ il caso di affermare con chiarezza che la diagnosi e cura di patologie e/o malattie, è di sola competenza medica

 

 

IL REIKI E’ QUINDI

Un sistema di guarigione e di auto guarigione che utilizza l’energia, anzi le energie, infatti la parola REIKI è la coniugazione tra:

REI  Energia Universale (Anima, Spirito, Intelligenza, Grande Spirito Universale…)

KI     Energia della persona (Energia Vitale, Soffio, modo di comportarsi…)

e si pone nell’ambito delle tradizioni curative filosofico-orientali dove, l’ordine di pensiero, riconosce la malattia quale conseguenza di uno squilibrio fisico e psichico; 

Per praticare il REIKI non c’è bisogno di particolari conoscenze medico-scientifiche e l’età non è di impedimento;

Secondo il sistema “USUI” esistono tre livelli di “armonizzazione”,  al terzo livello si diviene Maestro;

Il Maestro REIKI, attraverso un’iniziazione rituale-simbolica, apre le canalizzazioni dove  l’energia andrà ad unire il  “REI” al “KI”;

Chi desidera praticare il REIKI deve essere consapevole di iniziare un lungo percorso che si inoltra nella propria soggettività, la quale può trasformarsi nel tempo;

Si acquista la sensibilità nella percezione dell’energia e la possibilità di infonderla nelle persone che ne abbisognano;

Gli insegnamenti del Maestro REIKI e la costante applicazione degli esercizi, profonde, nell’allievo praticante, la capacità di individuare il punto esatto del corpo che deve essere trattato e guarito;

il REIKI è anche meditazione, preghiera, esercitazione e danza.

 

 

BREVE STORIA DEL REIKI

 

L’antica arte del Reiki fu riscoperta e diffusa in oriente a metà del XIX secolo dal dottor Mikao USUI.

La Maestra Reiki Hawayo Takata (1900 – 1980) ricercò notizie sulla storia del fondatore e la descrisse come segue.

Mikao Usui insegnava in una scuola (di religione cristiana) a Kyoto in Giappone. Alcuni dei suoi allievi gli posero la domanda perché non ci fossero chiare descrizioni sui metodi di guarigione con i quali Gesù aveva compiuto le sue guarigioni e, in particolare, se egli fosse stato in grado di mostrare loro una simile guarigione.

Non possedendo una risposta certa, abbandonò la sua scuola per recarsi in un paese cristiano ed avere la possibilità di studiare da vicino il cristianesimo.

Trasferitosi all’Università di Chicago studiò conseguendo il dottorato in teologia, ma ciò  non fu sufficiente per trovare una risposta né nelle scritture cristiane e neppure in quelle cinesi, che egli ugualmente trattava e quindi proseguì nella sua ricerca.

Si recò in India ed ebbe modo di consultare alcuni testi sacri. Il dottor Usui oltre al Giapponese, all’inglese e al cinese conosceva anche l’antico sanscrito Indiano.

Tornato in Giappone scoprì nelle Sutre Buddhi, scritte oltre 2500 anni fa, nozioni che contenevano chiari riscontri alla sua ricerca.

Deciso nel suo intento, si mise in cammino per raggiungere la Santa montagna Kuryama, distante 27 km dal monastero in cui viveva.  Egli aveva in cuore di meditare per 21 giorni nella solitudine della montagna, digiunando e sperando in questo modo di poter stabilire un contatto con i simboli visti nei testi sacri ed esaminare così il loro contenuto di veridicità.

Raccolse 21 piccoli sassolini, uno per giorno.  Durante questo periodo lesse le Sutre, cantò e meditò, ma non accadde nulla di inconsueto.  All’alba dell’ultimo giorno,  vide una luce muoversi rapidamente su di lui che lo colpì al centro della fronte.

Fu così che vide davanti a sé le lettere familiari del sanscrito in oro lucente e allora disse   “Sì mi ricordo”.   Ed ebbe origine il Reiki secondo il sistema Usui.

Recatosi in un quartiere di poveri mendicanti di Kyoto, mise a frutto tale metodo di guarigione e trattò molti malati.

Nei giorni che seguirono, egli fissò le regole di vita del Reiki aprendo un nuovo capitolo della sua esistenza, in cui viaggiò molto insegnandolo ai suoi allievi.

Il suo successore fu uno dei suoi più stretti collaboratori: il dottor Chijiro Hayashi, che diventò il secondo grande Maestro di Reiki.   Egli gestì fino al  1940 circa, una clinica privata del Reiki a Tokio in cui furono trattati anche casi straordinariamente difficoltosi.

Il dott. Hayashi lasciò quale successore la Maestra sig.ra Hawayo Takata e alla stessa succedette la nipote  Master Reiki sig.ra Phyllis Lei Furumoto.

Come spesso accade, la storia si fonde con la leggenda ed è difficile distinguerle.

Si è certi dell’esistenza di Hayashi e Takata, ci sono le prove storiche del loro lavoro, ma di Usui rimane un alone di mistero.

 

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Master Reiki dal 17.12.2008

Nato a Piove di Sacco il 16.01.1959

Intrapreso percorso Reiki fine 2001

poeta

amante della filosofia

presta la sua opera in privato e a domicilio