Mag 7, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Passo del mio libro

Passo del mio libro

victoria-valmer_00.jpg

 

La Vita Smarrita

da “Il Mio Libro”

“L’infermiera mi dice – una persona desidera vederti – rispondo – tra qualche minuto vado -.   Mentre non riesco staccare lo sguardo dalla finestra, oltre la quale non vedo nulla, ripenso a quello che voglio dirle.   So chi mi aspetta.   Ho trascorso gli ultimi dieci giorni appeso al rene artificiale.   Un medico, parlando con qualcuno sottovoce nel corridoio, prospettava qualche anno di vita per le persone prive della funzionalità renale sottoposte a dialisi.   Da un momento all’altro mi trovo in mezzo ad una strada, avvolto da una fitta nebbia e ad ogni passo, in qualsiasi direzione vada, un’auto, un camion o altro mezzo, sopraggiungono a folle velocità suonando il clacson, sfiorandomi di poco e facendomi rabbrividire per lo spostamento dell’aria.   Il disorientamento è totale, una folle paura mi attanaglia la gola spezzandomi il fiato fino a piegarmi sulle ginocchia con la testa tra le mani…ad aspettare l’inevitabile impatto.   È quanto provo in questo, fin troppo bello, aprile del 1976.   Oltre quel vetro, nel reparto di Nefrologia e Dialisi di Dolo, il mondo è dipinto di grigio.   Mi alzo da letto e mi dirigo verso la sala d’attesa con tutto quell’enorme peso del mio corpo.   Apro la porta, lei è li, in piedi nella stanza vuota, con entrambe le mani innanzi a sé a sorreggere la borsetta nera, avvolta nel suo vestito color cielo che mi piace tanto, le scarpe col tacco alto intonate all’abito, i lunghi capelli scuri sciolti a nasconderle il viso, mi guarda con quella dolce espressione dei suoi occhi neri e poi corre ad abbracciarmi.   Sto male, malissimo, doverle dire quanto ho deciso è una spada che mi trafigge il cuore.   Mi chiede – come stai in quei pochi secondi prima di rispondere, mi coglie inaspettata la rabbia soffocata dalla sofferenza di quei giorni e rispondo bruscamente – ci dobbiamo lasciare… -, no Paolo non così mi dico – non posso assicurarti alcun futuro, devi andare senza pensare a me… –  scoppia nei miei pensieri la contrapposizione tra ragione e risentimento per quanto mi accade – non voglio continuare con te…non ti amo…vattene via, ho deciso  perché…perché questa bugia, non è questo e non è così che le volevo parlare, non riuscivo a fermare questa reazione immotivata.   Si mise a piangere, tentava di abbracciarmi – ti prego voglio starti vicina, voglio aiutarti, non mi lasciare – ma io mi ritraggo, lo stomaco è in fiamme, mi odio, il suo singhiozzare mi innervosisce di più e le grido – smettila…smettila, vai a casa e non venire più – incredibile, non mi riconosco…cosa sta accadendo, poi lei reagisce con forza – perché mi tratti così, dicevi di amarmi…che diritto hai di privarmi della possibilità di decidere io cosa voglio fare…non ci sei solo tu – stupito osservo quelle lacrime che le segnano il viso… e ritorno in me.    Anch’io l’amo e quasi per miracolo ritrovo la calma – si, hai ragione…non è giusto, non volevo dirti quelle cose, non so cosa mi è successo – e mi lascio cadere sulla sedia, privo di ogni forza.   Lei si avvicina, si inginocchia davanti a me, prende le mie mani e con voce suadente dice – se l’amore si perde in queste cose non può essere amore, invece io ti amo -.”

LENA, così la chiamavo

tp

Passo del mio libroultima modifica: 2011-05-07T00:57:00+02:00da mauri-1959
Reposta per primo quest’articolo

I commenti sono chiusi.